Uno studio dell’Università di Barcellona sugli impianti a energia solare termica concentrata rivela che la cenere vulcanica può essere utilizzata per conservare l’energia termica in alternativa ad altri composti già noti.
L’enorme disponibilità naturale di cenere vulcanica potrebbe dare la spinta a una delle soluzioni per immagazzinare energia termica prodotta da fonti rinnovabili. Questa possibilità emerge da un recente studio dell’Università di Barcellona dove è stato preso in esame il caso dell’energia in eccesso generata dagli impianti di energia solare termica concentrata (CSP).
Questo tipo di impianti utilizzano specchi per concentrare i raggi del Sole su una torre centrale e generare energia sotto forma di calore. L’energia in eccesso viene immagazzinata in enormi serbatoi riempiti con un sale che si scioglie quando viene surriscaldato. Il sale fuso però presenta alcuni inconvenienti, oltre al costo, come la corrosione dei tubi e dei serbatoi di stoccaggio che lo contengono. Proprio questo tipo di problemi ha favorito lo studio su materiali solidi alternativi al sale fuso.
Non è la prima volta che parliamo di come immagazzinare l’energia prodotta in eccesso da fonti rinnovabili. In questo caso per esempio, parlavamo dell’utilizzo della grafite per questo scopo.